Sprechi e inquinamento, ultimo mezzo secolo per vino e frutta?

vino

L’allarme non è certo di quelli risibili: secondo il Wwf consumiamo troppo, sprechiamo in maniera esagerata e… semplicemente, il nostro territorio non è più in grado i sostenerci. Per l’associazione, ad esempio, l’Italia farebbe parte di quella porzione di mondo che consuma (molto) di più di quanto abbia a disposizione, tanto che per poter soddisfare il nostro fabbisogno bisognerebbe avere a disposizione almeno 4,3 “Italie”.

Il tutto si traduce in effetti che, purtroppo, continuano ad essere fin troppo sottovalutati. L’inquinamento, l’eccessivo consumo di risorse, gli sprechi di energia, conducono a cambiamenti climatici che potrebbero cambiare drasticamente il mondo, almeno per come lo conosciamo oggi.

Per averne consapevolezza sia sufficiente dare uno sguardo a quanto sta già succedendo in questi giorni. I territori e le produzioni agricole stanno cambiando in modo repentino, tanto che a livello mondiale sono riconducibili proprio al clima il 60% dei casi di diminuzione di rendimento di mais, di riso, di grano e di soia. Rispetto d oggi, nel 2050 le rese medie delle principali colture potrebbero ridursi di altri 17 punti percentuali. Entro la fine del secolo, la produzione di grano scenderà del 20%, quella di soia del 40%, quella di mais del 50%.

Come se non bastasse, uno studio pubblicato su Nature Communications afferma che l’85% della produzione di vino nei prossimi 50 anni potrebbe essere a rischio a causa dell’innalzamento medio delle temperature, che modifica i processi di maturazione dell’uva, così come la produzione di pesche, albicocche e fragole.

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