Sprechi Olimpiadi Torino, a 12 anni di distanza si fanno ancora i cont

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Anche se sono passati 12 anni dall’evento olimpico invernale di Torino, gli echi degli sprechi infrastrutturali compiuti in tale occasione non si sono certamente sopiti. E, anzi, sono tornati ulteriormente alla ribalta proprio in questi giorni, con l’avvio delle Olimpiadi Invernali in Corea del Sud.

Gli esempi, sottolinea la stampa locale più critica, non mancano di certo. Si pensi al Villaggio Olimpico, con 145 milioni di euro spesi per poter realizzare i locali commerciali, i complessi residenziali e la passerella olimpica, e tutt’oggi in buona parte inutilizzati.

Se invece ci si sposta in provincia, probabilmente lo spreco più evidente è quello di Pragelato. Qui erano stati costruiti i trampolini dello ski jumping, realizzati in cemento armato e costati oltre 34 milioni di euro. Purtroppo, ancora oggi l’impianto risulta essere abbandonato. Destino molto simile per quanto attiene il Jumping Hotel, un alberto costruito alla base dell’impianto, con 120 posti letto.

Se ci si sposta un po', il discorso non cambia nemmeno per quanto attiene la pista olimpica di sci di fondo. Un’opera che è costata circa 20 milioni di euro, e che è stata lasciata al suo destino. Lo spreco più grave dopo il Villaggio Olimpico è però quello di Cesana Pariol, che è stata costata 77,5 milioni di euro: la società incaricata della sua gestione chiuse per elevati costi di gestione nel 2011.

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