Grecia, divampa lo scandalo corruzione

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La Grecia è alle prese con nuovi problemi. E questa volta, non si tratta (o non solo) di grane finanziarie, quanto di uno scandalo corruzione che sembra allargarsi a macchia d’olio, riguardando dieci politici di spicco (e due ex premier), il governatore della Banca centrale e un commissario europeo, tutti appartenenti a Nuova Democrazia.

Le accuse, formulate da tre testimoni, sono piuttosto gravi: gli accusati avrebbero infatti ricevuto tangenti da Novartis – una nota società farmaceutica – per impedire la riduzione del prezzo di alcuni farmaci e mantenere così elevati i profitti della compagnia, ai danni dei consumatori. Non solo: l’ulteriore beffa su cui la stampa ellenica sta puntando il dito è che le tangenti sarebbero state pagate nel momento peggiore della crisi greca, quando perfino i servizi ospedalieri si trovavano in grandi difficoltà nel fornire cure ai propri pazienti.

Dinanzi a simili accuse, pronta è stata la risposta degli interessati, con Nuova Democrazia che respinge le accuse e attacca l’inchiesta, creata ad arte (sostengono) per indebolire l’opposizione in vista delle nuove elezioni. Di contro, la maggioranza formata dalla coalizione Syriza, e guidata dal premier Alexis Tsipras, sostiene come l’inchiesta sia l’ennesima prova della corruzione del partito che ha condotto la penisola ellenica negli anni più difficili della crisi.

Aspetti giudiziari a parte, ciò che sembra accertabile è che se le premesse non verranno smentite, per la coalizione di sinistra si tratterebbe di una importante “fortuna” in vista delle prossime elezioni…

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