Ancona: burocrazia lenta e sprechi per un ricovero

Ancona: burocrazia lenta e sprechi per un ricovero

È la storia di un pensionato di 88 anni, affetto da una grave patologia, ricoverato all’ospedale di Pesaro. Nel mezzo una serie di incomprensioni tra enti che rendono tutti, più o meno, felici e contenti. Alla fine nessun problema risolto e un’operazione costata alcune centinaia di euro.

Il suo problema sanitario? secondo un briefing tra esperti, non poteva che essere affrontato all’ospedale regionale di Torrette che dispone di strutture operative all’avanguardia. Nello specifico si trattava di una problematica che richiedeva l’intervento dell’unità di chirurgia vascolare.

Fatto sta che alla fine si decide di trasferire d’urgenza il paziente dall’ospedale di Pesaro a quello di Torrette e per farlo viene chiamato un elisoccorso. L’equipaggio dell’elicottero atterra, si prende carico del paziente e lo trasferisce ad Ancona. Ad attenderlo un gruppo di medici per una prima valutazione. Tra loro, naturalmente, un chirurgo vascolare che, analizzate le condizioni del signore, conclude dicendo che l’uomo non può essere operato e che pertanto è stato inutile portarlo a Torrette.

Cosa fare allora? Di regola, l’elisoccorso non può essere impegnato per un nuovo trasferimento all’ospedale di Pesaro, quindi si è pensato ad un trasferimento via ambulanza, ma per farlo serve un’ambulanza dotata almeno di un infermiere, il quale manca.

A questo punto ogni attore coinvolto pensa ha una eventuale soluzione, senza però confrontarsi tra loro. Cosicché la direzione medica di Ancona applicare l’idea di trattenere il paziente ricoverandolo in uno dei reparti dell’ospedale che disponesse di un posto letto libero. E così è andata. In serata, tuttavia, al pronto soccorso si è presentato un equipaggio di soccorso in ambulanza da Pesaro, con a bordo un infermiere. A quel punto però l’88enne era stato ricoverato e non era dismissibile, così l’ambulanza è tornata a vuota all’ospedale di Pesaro. Una serie di errori che hanno portato solo a un enorme spreco sanitario.

L.F.

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